Guardando farfalle e falene di dimensioni imponenti viene spontaneo chiedersi che dimensioni possano avere i loro bruchi. Non è facile dare delle misure standard, perchè un bruco passando da una posizione contratta a una completamente distesa puo’ aumentare la propria lunghezza di diversi cm e, facendo l’inverso, accorciarsi (aumentando però il proprio diametro di diversi mm).
Le immagini che seguono rappresentano una rassegna di 15 bruchi giganti, considerando quelli dai 10 cm di lunghezza in su e cominciando da alcune specie italiane. In testa dovremmo mettere il Cosside australiano Endoxyla cinerea, la falena piu’ pesante esistente (già citata in un precedente articolo), il cui bruco, lungo fino a 15 cm e largo 3, impiega due anni trascorsi a rodere il legno dei tronchi di Eucalipto prima di andare in ninfosi, ma non figura in questa rassegna perchè non sono al momento reperibili foto.
I PIU’ GRANDI BRUCHI ITALIANI
Saturnia pyri (10 cm)
Il bruco della piu’ grande farfalla europea si sviluppa soprattutto su alberi da frutto; questo è uno dei motivi per cui, con la progressiva riduzione delle varietà selvatiche spontaee e l’uso intensivo di pesticidi, la presenza di questa specie almeno in alcune zone si è fatta molto piu’ ridotta. Si tratta comunque di bruchi solitari e che quindi, a dispetto della mole, arrecano danni trascurabili alle coltivazioni.
Gastropacha quercifolia (11 cm)
Molte falene della famiglia Lasiocampidae hanno bruchi robusti, il piu’ grande tra le specie italiane è forse quello del Bombice foglia di quercia, che si camuffa molto bene sui rami della pianta ospite.
Agrius convolvuli (11 cm)
Il bruco della Sfinge del convolvolo è forse, tra i bruchi di sfingi italiane, quello con la piu’ alta variabilità di colorazione; è possibile incontrare individui con colore di fondo verde, marrone, giallastro o nerastro.
Acherontia atropos (12 cm)
Lo splendido bruco della Sfinge testa di morto, che puo’ attaccare una grande varietà di piante, è in grado di produrre un suono quando si sente minacciato o disturbato, producendo una sorta di “click clack” sfregando energicamente le mandibole tra loro.
ALCUNI TRA I PIU’ GRANDI BRUCHI ESOTICI
Ornithoptera alexandrae (12 cm)
Il bruco di Ornithoptera alexandrae, specie che vive nella Papua Nuova Guinea, presenta una colorazione aposematica che avverte i predatori della sua tossicità, derivata dai composti presenti nelle piante di cui si ciba (genere Pararistolochia).
Attacus atlas (12 cm)
Il bruco della Falena cobra (Attacus atlas) vivendo spesso in foreste miste è adattato a cibarsi di piante diverse nell’arco della giornata. In natura si sviluppa in circa 25 giorni atttraverso 6 stadi. Il rivestimento ceroso prodotto dal tegumento sembra avere una duplice funzione: ridurre l’appetibilità per i predatori e limitare la disidratazione.
Antheraea mylitta (12 cm)
Allevato in Asia per la produzione di una seta particolarmente resistente chiamata “Tussah”, il bruco di Antheraea mylitta costruisce un grosso bozzolo peduncolato: il peduncolo è saldamente ancorato a un ramo della pianta ospite tramite un robusto anello di seta tessuto intorno al ramo dal bruco.
Langia zenzeroides (12,5 cm)
Quando il bruco di questa enorme sfinge asiatica si sente minacciato, agita la parte anteriore del corpo lateralmente e spingendo aria attraverso gli spiracoli produce un forte sibilo.
Lebeda cognata (13,5 cm)
I bruchi di molte specie di Lasiocampidi, come abbiamo già visto per l’italiana Gastropacha quercifolia, hanno evoluto una forte capacità di camuffamento con le loro piante ospiti, spesso arboree, per questo hanno colorazioni poco appariscenti che li rendono poco visibili quando stanno a riposo a ridosso dei rami; quelli del genere Lebeda, originari dell’Asia sud-orientale, sono particolarmente grandi.
Citheronia regalis (14 cm)
Gli anglosassoni chiamano questo bruco “Diavolo cornuto del noce americano”, per le lunghe appendici nella porzione anteriore del corpo, tipiche dei bruchi di molte Citheronia, e che in questo caso possono sfiorare i due centimetri. La ninfosi sotterranea dura parecchi mesi e a volte passa quasi un anno dal momento in cui il bruco si interra per trasformarsi in crisalide al momento in cui emerge la farfalla.
Pseudosphinx tetrio (14 cm)
I bruchi di questo grosso sfingide dell’America centro-meridionale si nutrono di piante tossiche (soprattutto gli arbusti arborescenti del genere Plumeria, noti col nome di frangipani) e sono in grado di immagazzinare tali sostanze risultando sgraditi ai predatori, anche se si è visto però che alcuni uccelli (in particolare alcune specie di Cuculo) riescono a cibarsene.
Sembra che con la loro colorazione aposematica imitino i velenosissimi serpenti corallo, esercitando così un potere deterrente sui predatori nelle zone dove vive questo ofide.
Se disturbato, un bruco di Pseudosphynx tetrio può reagire inarcando bruscamente la porzione anteriore del corpo e tentando di mordere l’aggressore.
Coscinocera hercules (14 cm)
Il bruco dell’ Australiana falena Ercole, nelle sue zone di origine, è una buona forchetta: si ciba a spese di svariate piante ospiti locali, a volte passando dall’una all’altra indifferentemente, mai sazio per raggiungere le dimensioni finali. Anche se non il piu’ lungo, è uno dei bruchi piu’ tozzi e pesanti esistenti: in genere sfiora i 30 grammi di peso ma sono stati pesati alcuni individui di quasi 50 grammi.
Brahmaea hearseyi (14 cm)
Questa grossa bramea del Sud-Est asiatico allo stadio larvale presenta dei lunghi processi allungati e filamentosi che il bruco agita quando si sente minacciato. All’ultimo stadio il bruco perde queste appendici ma a scopo deterrente quando disturbato espone la porzione anteriore del corpo evidenziando delle macchie simili ad occhi.
Caligo memnon (15 cm)
Il bruco della sudamericana farfalla gufo (Caligo memnon) può consumare durante il suo sviluppo (6-7 settimane) quasi un decimo di metro quadrato di foglie. Tenendo conto che i bruchi di questa specie sono gregari e che una delle piante ospiti preferite è il banano, si puo’ immaginare il danno che possono arrecare alle piantagioni.
Argema mittrei (15 cm)
La larva della bellissima farfalla cometa, che vive in Madagascar, al momento di andare in ninfosi costruisce un elegante bozzolo argenteo, dalla trama traforata come un merletto e appeso alla pianta ospite tramite un peduncolo.