
Calyptra thalictri
Le falene del genere Calyptra, appartenenti alla sottofamiglia Calpinae della famiglia Noctuidae, in genere si alimentano succhiando soluzioni zuccherine contenute in alcuni tipi di frutti dei quali riescono a perforare la buccia; ciò grazie a una particolare spiritromba, provvista di minuscoli uncini erettili. Si è visto che alcune specie riescono a utilizzarla anche per perforare la pelle dei mammiferi per succhiarne il sangue. Questo comportamento è stato osservato però solo nei maschi e si pensa che, come per i maschi di altre farfalle che assumono liquidi dal terreno umido e dalle secrezioni (come le lacrime e il sudore), il sangue fornisca loro aminoacidi e sali minerali (cloruro di sodio soprattutto) che migliorano la qualità della spermatofora che viene trasferita alla femmina durante l’accoppiamento.

Calyptra minuticornis, Indonesia. © Foto di Shiper Wu
Sono state studiate meno di una ventina delle oltre 40 specie del genere Calyptra, diffuse in Asia, in Africa orientale e nel Sud Europa; circa otto specie tra quelle osservate hanno dimostrato la capacità di perforare la pelle dei mammiferi in natura, e solo alcune di queste, come l’Europea C. thalictri, hanno manifestato questo comportamento con l’uomo, solo in condizioni sperimentali: in assenza di altre fonti di cibo, si è visto che i maschi di Calyptra thalictri prelevavano sangue dalle dita offerte dall’esaminatore, come si vede nel video sottostante.
L’impatto di queste falene sulla popolazione umana non è da paragonarsi a quello delle zanzare: le femmine di queste ultime sono specializzate nell’assumere il sangue dai mammiferi e il loro apparato boccale agisce come un ago ipodermico, iniettando una sostanza anticoagulante che favorisce un flusso di sangue senza interruzioni durante la suzione. Le Calyptra invece assumono facoltativamente anche sangue, e in modo decisamente meno specializzato. Tra l’altro, come abbiamo già intuito leggendo sopra, gli umani non sono tra le loro fonti di “nettare rosso” preferite: i mammiferi che sono stati osservati attaccati in natura o allo stato brado sono rinoceronti, tapiri, bufali, maiali, elefanti, cervi e muli. Le sedi attaccate di preferenza sono quelle più facili da perforare, come le aree naturalmente prive di pelo, le ferite e le escoriazioni.
E’ naturale chiedersi se queste falene possano giocare un ruolo nella trasmissione di alcune malattie: la struttura della loro spiritromba potrebbe essere compatibile con il meccanismo con cui, ad esempio alcune mosche trasmettono alcune forme di filaria nei mammiferi agendo da vettori del nematode parassita. L’argomento è tutt’ora da approfondire ma sicuramente la capacità di queste farfalle di trasmettere malattie attraverso le “punture” è dipendente dal tipo di comunità microbica presente nella loro saliva.

Particolare dell’estremità della spiritromba di Calyptra thalictri, provvista di uncini. Copyrhight: Dr. Matthew S. Lehnert, Kent State University at Stark North Canton, Ohio, USA.