“Quale falena sarà in grado di impollinare un fiore simile?” E’ quello che si chiese Charles Darwin analizzando dei fiori appena ricevuti di un’ orchidea proveniente dal Madagascar, all’inizio del 1862: l’Angraecum sesquipedale, conosciuta come orchidea cometa, è infatti caratterizzata dall’avere un lunghissimo sperone, intendendo con questo termine, nelle orchidee, il prolungamento cavo della base del labello (il tipico petalo modificato delle orchidee) dove si accumula il nettare. Darwin, che tra le altre cose era un grandissimo appassionato di orchidee, sosteneva una stretta dipendenza di determinate piante da determinati insetti impollinatori. La tendenza a produrre nettare piu’ in profondita’ nei fiori è un adattamento evoluto dalla necessità di far sì che gli impollinatori debbano entrare necessariamente in contatto con il polline, mentre cercano di raggiungere il nettare: se il nettare fosse liberamente disponibile in superficie, diversi insetti pronubi potrebbero raggiungerlo senza dover andare in contatto con gli stami portatori di polline, penalizzando così la capacità riproduttiva della pianta.
Darwin, analizzando l’interno dello sperone nettarifero dell’orchidea cometa, introducendo un cilindro di 2,5 mm di diametro attraverso lo sperone si accorse che il nettare si trovava solo negli ultimi 4 centimetri dal fondo; inoltre, ritirando il cilindro, i granuli di polline si attaccavano sulla sua superficie e, renitroducendolo, si attaccavano allo stigma, cioè quella struttura che fa da ricettacolo del polline. In questo modo Darwin dimostrava che la produzione di nettare così in profondità aveva lo scopo di favorire l’impollinazione. Ma da parte di chi? Doveva esistere una falena con una spiritromba incredibilmente lunga per accedere al nettare situato così in profondità: poteva rispondere a questi requisiti una grossa falena della famiglia degli Sfingidi, con una proboscide tale da raggiungere il nettare all’estremità piu’ profonda dello sperone e che, ritirandosi, portasse con se’ del polline sulla sua superficie, favorendo l’impollinazione all’orchidea successiva. Darwin penso ‘ che la co-evoluzione tra questa orchidea e la sua falena impollinatrice dovesse essere così specifica che, se si fosse estinto l’insetto, si sarebbe estinta anche l’orchidea. Wallace, il grande naturalista che giunse alle stesse conclusioni di Darwin circa la teoria dell’Evoluzione della specie per selezione naturale, avallo’ l’ipotesi di Darwin, scrivendo qualche anno dopo che una falena del genere dovesse esistere in Madagascar e che doveva trattarsi certamente della Xanthopan morganii (nota all’epoca col nome di Macrosila morganii), una Sfinge scoperta pochi anni prima nel Congo dall’entomologo londinese Francis Walker, dall’apertura lare di 15 cm e dotata di una spiritromba che può superare i 25 cm. Ebbene, 41 anni dopo, l’intuizione di Darwin e di Wallace ebbero ragione: nel 1903 quella Sfinge fu trovata in Madagascar dagli entomologi Lionel Walter Rothschild e Karl Jordan. Fu descritta come sottospecie della specie citata per l’Africa e fu battezzata come Xanthopan morganii praedicta in riferimento alla predizione di Wallace. In realtà oggi questa sottospecie non ha valore tassonomico in quanto gli individui presenti in Madgascar sono praticamente identici a quelli della specie africana. La conferma definitiva che fosse questa specie ad impollinare selettivamente l’Angraecum sesquipedale venne però molti anni dopo: diversi filmati e fotografie effettuati tra il 1997 e il 2004 riprendono la Sfinge di Morgan mentre succhia il nettare dall’orchidea cometa e porta con se’ del polline. Quando questa sfinge raggiunge l’orchidea, riconosce la specie dal profumo, successivamente indietreggia in volo di una trentina di cm ed estroflette la sua lunghissima spiritromba e torna in avanti spingendola dentro lo sperone dell’orchidea.
La possibilità di raggiungere il nettare in queste orchidee offriva a queste falene una fonte di cibo raggiungibile senza competere con altre specie che, dotate di spiritromba piu’ corta, si alimentavano di preferenza su altri tipi di fiori. Se da un lato l’allungamento degli speroni fiorali ha favorito la comparsa di Sfingi con una spiritromba di tale lunghezza, quest’ultima favoriva l’ulteriore allungamento dello sperone dell’orchidea: come sisteneva Wallace infatti, se la Sfinge avesse una spiritromba piu’ lunga dello sperone, avrebbe potuto prelevare comodamente il nettare senza venire a contatto con il polline. In questo modo possiamo dire che le due specie hanno esercitato una pressione selettiva reciproca, al punto che l’orchidea si apre solo di notte, nelle ore in cui la Sfinge entra in attività.
Nel corso dei decenni sono state esposte altre teorie circa i rapporti evolutivi tra orchidea e sfinge. Una teoria piuttosto recente, anzichè ipotizzare una coevoluzione, si basa sull’idea che ci sia stata una pressione selettiva importante esercitata dai predatori: la Sfinge di Morgan potrebbe aver sviluppato una spiritromba sempre piu’ lunga per succhiare il nettare a distanza di sicurezza da certi grossi ragni predatori che, nascosti nella vegetazione, attaccano le prede in volo con un balzo. Il progressivo allungamento della spiritronba delle sfingi avrebbe favorito lo sviluppo di fiori sempre piu’ allungati da parte dell’Orchidea cometa: dunque in questo caso sarebbe stata la Sfinge a esercitare una pressione selettiva sull’orchidea.
E’ in realtò possibile che il percorso evolutivo di Angraecum sesquipedale e della sua Sfinge sia il risultato di un concorso di piu’ cause, e c’è sicuramente ancora altro da scoprire. Verso la fine del secolo scorso, sempre in Madagascar è stata scoperta una nuova Orchidacea endemica, Angraecum longicalcar, dai fiori ancora piu’ lunghi di A. sesquipedale: si parla di uno sperone lungo fino a 40 cm, quindi ben 10 cm in piu’! Quale Sfinge del Madagascar posssiederà una spiritromba ancora piu’ eccezionale di quella della Xanthopan morganii, tale da poter raggiungere il nettare di questa orchidea? Una nuova specie di Sfinge attende di essere scoperta da qualche parte in Madagascar… o forse spera proprio di non essere trovata!