La distinzione tra farfalle (Lepidotteri Ropaloceri) e falene (Lepidotteri Eteroceri) non ha valore tassonomico assoluto. Dato che, a quanto si ipotizza, le farfalle discendono dalle falene, esistono molte forme di transizione con caratterstiche morfologiche, e talora anche etologiche, intermedie. Ad esempio ci sono falene attive durante il giorno (come molte Zygaenidae e le Castniidae) o farfalle che entrano in volo di preferenza all’imbrunire (es. Caligo). Abbiamo poi alcuni Eteroceri che presentano caratteristiche eclatanti da Ropalocero. E’ il il caso ad esempio di alcuni membri della famiglia Uraniidae, che comprende circa 700 specie, molto variabili nell’aspetto e nelle abitudini; si passa da specie piccole, notturne e dalle tinte sobrie a specie abbastanza grandi, attive di giorno e talora vivacemente colorate: è questo il caso della sottofamiglia Uraniinae e in particolare dei generi Urania e Chrysiridia. Chrysiridia rhipheus (precedentemente classificata come Urania rhipheus), endemica del Madagascar, con le sue ali iridescenti e dai riflessi metallici da ambedue le superfici (cosa inusuale se consideriamo che in genere riguarda solo il lato dorsale dell’ala, come nelle Morpho), è considerata da molti il più bel Lepidottero del pianeta.
L’iridescenza delle ali, che mostrano quindi una colorazione diversa a seconda dell’incidenza della luce e dell’angolo da cui vengono osservate, non è dovuta a pigmenti ma all‘ultrastruttura delle squame di questa specie che ha caratteristiche peculiari e crea diversi effetti ottici: l’interferenza ottica determinata dalla struttura a più strati di cuticola che imprigionano degli strati di aria, e un gioco di riflessioni tra le squame dovuti alla forte curvatura che presenta ciascuna squama dalla porzione basale alla porzione distale.
Le popolazioni di Chrysiridia rhipheus, pur non spostandosi dal Madagascar, devono compiere delle periodiche migrazioni di massa all’interno dell’isola, legate alla disponibilità delle piante ospiti; la migrazione avviene dalle aride foreste decidue del versante occidentale, ove sono presenti tre delle quattro piante ospiti conosciute del genere Omphalea, alle foreste umide del versante orientale dove è presente l’unica specie ospite sempreverde, che rappresenta la sola fonte di cibo quando, da maggio a ottobre, le piante ospiti del versante occidentale perdono le foglie.